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E' il nostro giornale di bordo,
un diario più o meno aggiornato di ciò che ruota attorno al nostro lavoro
e ci permette di confrontarci con chi ha interesse per le tematiche affrontate.
Usatelo per i vostri commenti, anche per un giudizio
sul nostro lavoro se siete venuti a visitarci.
Ovviamente i commenti che non ci piacciono li cestiniamo...
 
 
 
 
 
 
 
 
Storie di ordinaria follia: come si distrugge l'agricoltura...
Ricevo dall?ASL di Lecco fattura 2509 del 20/06/05 del 1? trimestre 2005 riferita a n? 3 (tre) sedute di macellazione; due per la macellazione per 1(uno) suino adulto e l?altra per per 5 (cinque) capretti.
Tutti animali del mio allevamento.
Il contributo per la macellazione ? fissato per legge con un tariffario CEE ed ? di 6,31 euro.
Di punto in bianco spunta in fattura una nuova voce: il costo del servizio, cio? il costo orario del veterinario incaricato dei sopralluoghi. Un?oravirgolacinquantasetteminuti (1,57) per tre visite ante-mortem e tre visite post-mortem, per un totale di euro 56,76.
Ricapitoliamo: Fino a ieri avrei pagato 6,31 euro. Adesso ne pago 56,67.
Questa settimana mi hanno chiesto una porchetta. Faccio due conti. Per quel poco che ho capito via telefono con il veterinario di zona - e nessuno mi ha informato delle nuove tariffazioni !! - macellando un solo capo pagherei mezz?ora di veterinario, cio? 18,08 euro. Il maialino a peso vivo costa 50 euro.
E? del tutto evidente che la macellazione rende il maialino invendibile. Anche perch? a questi costi bisogna aggiungere i risultati dei controlli secondo le disposizioni della 2001/471/CE, recepita senza tener conto di realt? come la mia, e che mi obbliga - pur macellando di media una volta al mese -
?all?esecuzione di un minimo di 10 fino a un massimo di 30 campionamenti, in una zona di vasta produzione, nell?arco di due settimane? (cfr. Gazzetta uff. delle Comunit? europee). Dunque sono costretto a fare campionamenti settimanali (5), anche se non ho evidentemente zone di vasta produzione, ed anche se non ho nessuna produzione: sono obbligato a fare campionamenti
su superfici gi? pulite e disinfettate!!!! Ed ogni dieci sedute di macellazione sono obbligato a fare prelievi su almeno cinque carcasse: e macellare cinque animali nello stesso giorno a me capita una volta l?anno nel periodo dei capretti. Volete sapere quanto mi costa questa meraviglia del nuovo fondamentalismo igienista all?americana? Per una (1) serie di tamponi ambientali su cinque superfici e due (2) serie di tamponi sulle carcasse euro 131 (centotrentuno)!! Indicentalmente, volete sapere i risultati dei prelievi? Assolutamente nella norma, da sempre in questi sette anni, pochi o tanti che siano.
Se a questi costi aggiungiamo quelli relativi al controllo di latte e formaggi (circa 500 euro, di cui paghiamo per ora il 25%, ed il resto viene pagato dalla Regione come contributo APA: ma fino a quando???), per i 25 litri di latte al giorno prodotti per sette mesi all?anno, ? del tutto evidente l?impossibilit? di sopravvivenza di una micro azienda come la mia, con simili procedure che scaricano tutti i costi della vigilanza e della tutela della salute pubblica sui soggetti privati.
Nessuno ha tenuto in considerazione i punti sette e otto della Decisione CEE sopra citata e che riportiamo di seguito:
?(7) Piccoli stabilimenti possono incontrare un maggior numero di difficolt? nella realizzazione dei controlli proposti a causa di limitazioni finanziarie e di risorse umane, mancanza di esperienza, infrastruttura inadeguata o altri fattoriu di rilievo. La situazione in questo caso pu? obiettivamente variare negli stati membri.
?(8) Occorre quindi prevedere un periodo transitorio pi? lungo per i piccoli stabilimenti, a condizione che gli Stati membri, che fanno uso di questa deroga, forniscano alla Commissione i dati necessari per garantiire che la sua applicazione non crei distorsioni in materia di concorrenza.?
E? del tutto evidente che queste distorsioni si sono verificate non tanto tra i vari stati, ma all?interno del nostro sicuramente si. E ci? comporta inevitabilmente una serie di riflessi distruttivi per realt? come la mia. E una serie di contraddizioni tra le diverse normative cui dobbiamo sottostare. E vi spiego il perch?.

Problema numero uno.
Il sottoscritto ha la qualifica IATP(imprenditore agricolo a titolo principale) alleva maiali e capre per la produzione di salumi, carni e formaggi che vende direttamente in azienda o somministra nei locali del proprio agriturismo. Nel 1988 ha ricevuto autorizzazione sanitaria per un impianto di macellazione a capacit? limitata. Precedentemente, effettuava la stessa attivit? in locali in affitto.


L?attivit? di macellazione non ? e non pu? essere a titolo principale, ma subordinata e complementare
all?attivit? agricola. Abbiamo sempre puntato sulla qualit? e non sulla quantit?. Macelliamo i nostri animali in funzione della vendita diretta o dell?attivit? agrituristica. La crisi economica dell?ultimo periodo ha comportato una riduzione forzata della nostra attivit?, con un decremento del trenta per cento circa di tutta l?attivit? aziendale.
L?applicazione del Decrelo legislativo 432 del 19/11/98, unitamente alle norme sopra citate, rende insostenibile da un punto di vista finanziario l?attivit? di macellazione.

Problema numero due
Ipotizziamo di macellare fuori azienda, visto che verrebbe a costare decisamente meno ed eviterebbe
il carico di lavoro ombra dato dalle follie burocratiche cui dobbiamo sottostare.
La nuova normativa sul benessere animale evidenzia come l?attivit? di trasporto dall?allevamento al
macello sia un punto critico cui prestare particolare attenzione. Dunque cinquanta metri dalla stalla
al macello fanno una bella differenza rispetto alla mezz?ora di viaggio per il trasporto al macello pi? vicino.

Problema numero tre
Il trasporto dell?animale macellato ? un altro punto critico di particolare rilevanza a livello igienico-sanitario. Certo tutto si pu? fare e si fa. Direi che comunque una bella guidovia che porta direttamente in cella faccia una bella differenza rispetto al trasporto su vasche autorizzate e un?altra mezz?ora di viaggio senza mezzo refrigerato....

Problema numero quattro
Abbiamo investito un sacco di soldi (per noi almeno) per garantire il massimo della qualit? ai nostri clienti. Se dobbiamo rinunciare all?attivit? di macellazione, a questo punto non ha pi? senso continuare con la nostra attivit? di allevamento e trasformazione. Anche perch? siamo abbastanza stufi di lavorare
365 giorni l?anno subendo la concorrenza, anch?essa decisamente sleale, dei ristoranti in fattoria...

Problema numero cinque
Anche perch? si spera che l?attivit? agrituristica abbia ben altri controlli da quelli vigenti, e dunque giustamente ci impedisca di effettuare questa attivit? con la sola frutta e quattro conigli di rappresentanza. E allora forse sar? meglio smettere e vendere al miglior offerente...

Problema numero sei
Abbiamo da poco festeggiato l?anno della montagna. Anche se c?? poco da festeggiare. Le nostre zone sono sempre pi? depresse e spopolate, il territorio di anno in anno si degrada per la mancanza di attivit? antropiche di tutela, e l?evidente tropicalizzazione del clima amplifica gli stati di crisi.
L?incremento degli aspetti burocratici di tutta l?attivit? di allevamento porter? inevitabilmente alla rinuncia da parte di tutti i soggetti che praticano tale attivit? a livello amatoriale, e man mano con la cessazione di attivit? da parte delle aziende a carattere familiare, prevalenti nelle zone montane.
I piani di fondo valle hanno gi? espulso in gran parte le attivit? agricole, e nel giro di un quinquennio
la nuova mondializzazione vedr? la progressiva chiusura anche delle attivit? artigianali e industriali
non di eccellenza. Si continuano a costruire abitazioni in un territorio sempre pi? in abbandono, con
i boschi che si sono mangiati il lavoro dell?uomo nei secoli. Boschi che nessuno taglia pi?, con piante sempre pi? alte che nevicate tardive e temporali sempre pi? forti abbattono provocando effetti a catena
fortemente distruttivi, con costi emergenziali altissimi.
In un simile contesto, la protezione delle poche realt? agricole e produttive montane resistenti deve
diventare per la politica un tema centrale.

Conclusioni
Con queste righe credo di esprimere un disagio che non ? semplicemente privato. E poi ho sempre lottato in questi anni per poter raggiungere i miei obiettivi. Preferisco soccombere lottando piuttosto che piangendo. A questo punto conviene terminare con alcune richieste, anche se la risposta sar? del tutto prevedibile. Dunque il sottoscritto Fabrizio Rovati, titolare dell?omonima azienda agricola

CHIEDE
all?ASL di Lecco, dipartimento di prevenzione veterinaria, e ai servizi di medicina veterinaria della Regiobne Lombardia

di rivedere i costi per l?attivit? di macellazione attribuiti per l?attuazione del Decreto legislativo 432 del 19/11/98;
chiede inoltre vengano riviste le procedure relative all?autocontrollo che hanno frequenza e costi del tutto incompatibili alla caratteristiche agricole della nostra attivit?

CHIEDE
al Presidente della Regione Lombardia, al Presidente della Privincia di Lecco, alla Comunit? Montana, alla Camera di Commercio, ai Sindacati agricoli, ai parlamentari e ai consiglieri regionali del territorio, alle forze politiche di intervenire a tutela del poco che rimane dei territori montani e a tutela della nuova specie in via di estinzione: l?agricoltore..

fabrizio rovati.






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